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Raccolta di pareri espressi da questo Dipartimento nelle materie di propria competenza, in particolare in materia di Enti locali.

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11 Gennaio 2011
Territorio e autonomie locali

GETTONE PRESENZA PER I CONSIGLIERI CIRCOSCRIZIONALI DELLE CITTA' METROPOLITANE.NESSUNA INDENNITA' E' DOVUTA AI CONSIGLIERI CIRCOSCRIZIONALI DELLE CITTA' METROPOLITANE PER I QUALI, L'AMMONTARE DEL GETTONE DI PRESENZA NON PUO' SUPERARE L'IMPORTO PARI AD UN QUARTO DELL'INDENNITA' PREVISTA PER IL PRESIDENTE. E' STATAO RICHIESTO L'AVVISO DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA E FINANZA

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11 Gennaio 2011
Territorio e autonomie locali

L’art. 84, comma 3, del decreto legislativo n. 267/2000 prevede solo per gli amministratori che risiedono fuori dal capoluogo del comune ove ha sede l’ente, il rimborso delle spese di viaggio effettivamente sostenute per la partecipazione ad ognuna delle sedute del rispettivo organo assembleare, nonché per la presenza necessaria presso la sede dell’ufficio per lo svolgimento delle funzioni proprie o delegate.
In merito si è formato un orientamento giurisprudenziale caratterizzato dall’assimilazione del concetto di residenza a quello della residenza di fatto ex art. 43, comma 2, del codice civile, cioè della dimora abituale.
Il requisito dell’abitualità che la dimora deve possedere è la risultante del fatto oggettivo della stabile permanenza in quel luogo e dell’elemento soggettivo della volontà della persona a rimanervi, volontà desumibile da circostanze concomitanti e di concordante significato, fra le quali assume valore preminente lo svolgimento in loco dell’attività lavorativa.
Pertanto si ritiene possa escludersi il richiesto rimborso.

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11 Gennaio 2011
Territorio e autonomie locali

VERIFICA DEL RAPPORTO CHE LEGA L'AMMINISTRATORE E L'ASSOCIAZIONE PER EVENTUALE INCOMPATIUBILITA'. L'ASSENZA DELLA FINALITA' DI LUCRO NELL'ASSOCIAZIONE NON è SUFFICIENTE AD ESCLUDERE LA SUSSISTENZA DELL'IPOTESI DI INCOMPATIBILITA'.

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11 Gennaio 2011
Territorio e autonomie locali

Secondo quanto previsto dall’art. 3, comma 27 della legge n. 244 del 24.12.2007 anche gli enti locali devono effettuare (entro il termine di 36 mesi) una ricognizione di tutte le proprie partecipazioni societarie, direttamente detenute, o che intenda detenere attraverso la costituzione di una nuova società, valutando, caso per caso, sulla base dell’oggetto sociale, se la propria partecipazione sia vietata ex lege - nell’ipotesi di attività di produzione di beni e di servizi “non inerenti”, ossia non strettamente necessarie per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali-, o se invece sia legislativamente consentita - nel caso di produzione di servizi di interesse generale, o di servizi di committenza o di centrali di committenza (conforme, Corte dei Conti Sez. reg. Veneto delibera n. 16/2010)

E’ sempre ammessa la costituzione di società che producono servizi di interesse generale e l’assunzione di partecipazioni in tali società da parte delle amministrazioni pubbliche, nell’ambito dei rispettivi livelli di competenza.
La procedura di dismissione deve essere avviata entro il termine fissato dalla legge, ma non è obbligatorio completarne l’iter” entro la stessa data. (Corte dei Conti, Sez. reg. Puglia, n. 100/2009 del 14 ottobre 2009).

Riguardo all’individuazione delle attività strumentali ex art. art. 13 del decreto legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito in legge, con modificazioni, dall´art. 1 della L. 4 agosto 2006, n. 248, occorre, distinguere le società chiamate a svolgere un servizio pubblico locale rivolto direttamente non agli enti pubblici azionisti, bensì ai cittadini-utenti che fruiscono del servizio pubblico (come avviene, ordinariamente, per un concessionario di pubblici servizi, preposto proprio a rendere il servizio agli utenti in luogo della P.A. cui tale compito spetterebbe, dalle società strumentali al perseguimento dei fini istituzionale dell’ente, ovvero, quando “l’attività che sono chiamate a svolgere sia rivolta agli stessi enti promotori o comunque azionisti della società, per corroborare le funzioni di competenza di tali amministrazioni pubbliche (nella specie, enti locali territoriali) secondo l’ordinamento amministrativo, ad es. riorganizzando un servizio dell’ente pubblico” (T.A.R. per il Veneto, Sez. I, Sentenza n. 788/2007; cfr. anche TAR Lazio, Sez. II, sentenza 5 giugno 2007, n. 5192).
Per la definizione delle “funzioni amministrative di natura pubblicistica dell’ente”, il d. l. 31 maggio 2010, n. 78, all’art. 14, comma 27, prevede che sono considerate funzioni fondamentali dei comuni le funzioni di cui all'articolo 21, comma 3, della legge 5 maggio 2009, n. 42”, che richiama, sostanzialmente, il contenuto dell’art. 13 del d. lgs.vo n. 267/2000.
Spetta, però all’ente locale il “ruolo di interprete primario dei bisogni della collettività locale, … ed il compito di valutare le necessità di quest’ultima e di soddisfarle, nel rispetto delle compatibilità di natura gestionale e finanziaria”. La definizione delle finalità istituzionali va, quindi, ricercata principalmente nello statuto che, nel rispetto del quadro ordinamentale vigente, delinea i contorni dell’attività istituzionale dell’ente, ed indica, oltre i fini istituzionali “tipici”, le finalità dell’azione amministrativa, nonché nella stessa struttura del bilancio dell’ente, e precisamente dalle funzioni - che individuano in modo articolato le spese in relazione alla tipologia delle attività espletate - e dallo statuto comunale (che delinea i contorni dell’attività istituzionale dell’ente)”. (Corte dei Conti sez. regionale per il Veneto 100/PAR/2009 del 14 ottobre 2009)

Poiché l’inquadramento di una nuova partecipazione societaria rientra in una valutazione discrezionale dell’ente, “la scelta dell’intervento pubblico nell’economia locale è elettivamente demandata, ai sensi del comma 28 dell’art.3 del d.lgs.vo n. 244/2007, all’organo consiliare, nella sua qualità di supremo organo di indirizzo e controllo politico amministrativo.

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11 Gennaio 2011
Territorio e autonomie locali

Il sindaco, ai sensi dell’art. 54, comma 10, del d.lgs.vo n. 267/2000, ha facoltà di delegare le funzioni di ufficiale di governo, di cui ai commi 1 e 3 del medesimo articolo, nonché dell’art. 14 del d. lgs.vo n. 267/2000, al presidente del consiglio circoscrizionale ove siano costituiti gli organi di decentramento comunale.
Nei casi in cui gli stessi non siano stati costituiti per scelta dell’ente, o non possano essere costituiti ai sensi dell’art. 17, comma 3, del d.lgs.vo n. 267/2000, le funzioni in parola posso essere delegate ad un consigliere, per l’ambito territoriale di un quartiere od una frazione.

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30 Dicembre 2010
Territorio e autonomie locali

La causa di incompatibilità sussiste se la contribuzione da parte del comune ha i caratteri della facoltatività, nel senso e nei limiti in cui non trovi origine in un obbligo stabilito dalla legge, della continuità e di un'apprezzabile consistenza quantitativa, individuata in base ad un obiettivo parametro di riferimento, quale il volume complessivo delle entrate annuali dell'ente.
Tenuto conto del carattere facoltativo e continuativo dei contributi che la pro-loco in questione riceve dal comune e che l’entità degli stessi supera il 10% del totale delle proprie entrate, si ritiene sussistente l'incompatibilità nei confronti dell'amministratore in questione.

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30 Dicembre 2010
Territorio e autonomie locali

LA LEGGE PRECLUDE A CHI RICOPRE LA CARICA DI CONSIGLIERE COMUNALE E QUELLA DI CONSIGLIERE PROVINCIALE LA POSSIBILITA' DI PERCEPIRE I GETTONI DI PRESENZA PREVISTI PER ENTRAMBE LE CARICHE.

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30 Dicembre 2010
Territorio e autonomie locali

Poichè l'indennità di fine mandato spetta solo nel caso in cui lo stesso abbia avuto una durata superiore a trenta mesi, per l’amministratore in questione non appare ipotizzabile riconoscere la legittimazione a percepire tale emolumento.

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30 Dicembre 2010
Territorio e autonomie locali

LA LEGGE PRECLUDE A CHI RICOPRE LE CARICHE DI CONSIGLIERE COMUNALE E PROVINCIALE LA POSSIBILITA' DI PERCEPIRE I GETTONI DI PRESENZA PER ENTRAMBE LE CARICHE.

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30 Dicembre 2010
Territorio e autonomie locali

Il d.l. 31/05/10, n. 78, convertito in legge, con modificazioni, dall’art. 1, comma 1, della legge 30/07/10, n. 122 ha stabilito che chi è eletto o nominato in organi appartenenti a diversi livelli di governo non può comunque ricevere più di un emolumento, comunque denominato, a sua scelta, estendendo il divieto di cumulo originariamente contemplato solo tra due diverse indennità di funzione. L’amministratore interessato dovrà optare per uno dei due emolumenti.

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28 Dicembre 2010
Territorio e autonomie locali

A decorrere dal 1.1.2011 il novellato comma 7 dell’art. 76 pone il divieto di procedere alle assunzioni per enti per i quali l’incidenza delle spese di personale sia pari o superiore al 40% delle spese correnti. I restanti enti ai sensi del comma 7 possono assumere nel limite del 20% della spesa corrispondente alle cessazione dell’anno precedente. La norma per le predette amministrazioni introduce un vincolo alle assunzioni a tempo indeterminato. Problematica affrontata dalla Corte dei Conti con parere 955 del 21.9.2010.

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23 Dicembre 2010
Territorio e autonomie locali

Questione della nomina degli amministratori di una società interamente partecipata da un comune – Rapporto tra decreto sindacale di designazione diretta degli amministratori ai sensi dell’art. 2449 c.c. e delibera assembleare adottata successivamente.
Nel caso esaminato, anche alla luce delle norme recate dallo statuto societario che fanno salva l’applicazione dell’art. 2449 c.c., è possibile affermare che la nomina diretta ha valenza ed efficacia autonoma, a prescindere da una successiva delibera dell’assemblea, di ratifica o presa d’atto della stessa.
Data l’intervenuta vigenza, dopo l’emanazione del provvedimento di nomina del sindaco ma prima dell’adozione della suddetta delibera dell’Assemblea, del D.P.R. n. 168 del 7.09.2010, recante il Regolamento in materia di servizi pubblici locali, di attuazione dell’’art. 23 bis, legge n. 133/2008, il sindaco, potrebbe in astratto valutare l’esercizio del potere di revoca previsto dallo stesso statuto societario nei confronti degli amministratori dallo stesso nominati direttamente.

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16 Dicembre 2010
Territorio e autonomie locali

Personale settore anagrafico mai stato destinatario di provvedimento di incarico per specifiche responsabilità. E’ stato chiesto se l’emanazione da parte del responsabile di posizione organizzativa di un provvedimento di attribuzione, ora per allora, di specifica responsabilità sia da ritenersi possibile e legittimo. A norma del medesimo art.7, comma 1, spetta alla contrattazione decentrata stabilire le modalità di verifica del permanere delle condizioni che hanno determinato l’attribuzione dei predetti compensi.

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16 Dicembre 2010
Territorio e autonomie locali

Il CCNL 22.2.2010 del personale dirigente del comparto regioni autonomie locali si applica, per espressa previsione contenuta nell’art. 1, a tutto il personale con qualifica dirigenziale con rapporto di lavoro a tempo indeterminato.

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13 Dicembre 2010
Territorio e autonomie locali

Dall’1.1.2011 il comma 7 dell’art. 76 pone il divieto di procedere alle assunzioni per gli enti nei quali l’incidenza delle spese di personale sia pari o superiore al 40% delle spese correnti. I restanti enti possono procedere ad assunzioni di personale nel limite del 20% della spesa corrispondente alle cessazioni dell’anno precedente. La norma introduce, per i predetti enti, un preciso vincolo alle assunzioni a tempo indeterminato. Come rilevato dalla Corte dei Conti anche per enti di minori dimensioni la spesa complessiva di personale non deve essere pari o superiore al 40% della spesa corrente.

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10 Dicembre 2010
Territorio e autonomie locali

Massima: Richiesta intesa ad ottenere una deroga alla disciplina contenuta nell’art. 14,comma 9, legge 122/2010. In particolare se sia possibile procedere, solo ed esclusivamente, ad assunzioni di personale di polizia municipale derogando al limite del 20%, stabilito da detta normativa. Relativamente alla richiesta avanzata non risulta possibile, anche in assenza di una spesa di personale pari o superiore al 40% delle spese correnti, derogare al suddetto limite del 20% fissato dal novellato comma 7 del’art.76.

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10 Dicembre 2010
Territorio e autonomie locali

La legge finanziaria 2007, all’art. 1, comma. 719, confermando l’indennità di fine mandato prevista dal D.M. 119/2000, viene a specificare che la stessa spetta solo nel caso in cui il mandato elettivo abbia avuto una durata superiore a trenta mesi, tempo che non è stato superato nella fattispecie. Pertanto, all’amministratore in questione non può riconoscersi la legittimazione a percepire tale emolumento.

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10 Dicembre 2010
Territorio e autonomie locali

Considerato che l’art. 31 del decreto legislativo n. 267/2000, disciplinante i consorzi degli enti locali, è compreso nel Capo V del titolo II del medesimo decreto, dedicato alle forme associative, si ritiene che il divieto operato dall'art. 5, comma 7, del D.L.n. 78/2010 riguardi in generale anche i componenti degli organi dei consorzi fra enti locali.

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4 Dicembre 2010
Territorio e autonomie locali

Il requisito della contemporaneità della presentazione delle dimissioni con atti separati è soddisfatto dalla presentazione “contestuale” nel tempo, cioè avvenuta nello stesso momento giuridicamente inteso, ossia con protocolli caratterizzati dalla stretta sequenza numerica. La reiterazione dell’operazione di protocollazione non solo non altera la ritualità della procedura di presentazione delle dimissioni, bensì vale a confermare ulteriormente che l’unico scopo cui tendono le dimissioni è quello di pervenire allo scioglimento del consiglio comunale.
Pertanto, la volontà dissolutoria manifestata dalla maggioranza dei consiglieri e reiterata nella protocollazione successiva, configura il presupposto per lo scioglimento ai sensi dell’art.141, comma 1, lettera b), n.3 del d.lgs. 267/2000.

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4 Dicembre 2010
Territorio e autonomie locali

L’art. 63, comma 1, n. 1 del decreto legislativo n. 267/2000 stabilisce che non può ricoprire cariche elettive locali l’amministratore o il dipendente con poteri di rappresentanza o coordinamento di ente, istituto o azienda soggetti a vigilanza, in cui vi sia almeno il 20% di partecipazione da parte del comune. Pertanto, si ritiene che nell’eventualità che la quota di partecipazione del comune sia inferiore alla citata quota, non si configuri per l’amministratore in questione l’ipotesi di incompatibilità prevista dal citato art. 63.