Possibilità per il sindaco di far parte di un gruppo consiliare
L'iscrizione del sindaco ad un gruppo potrebbe incidere sul corretto e bilanciato esercizio delle funzioni di governo dell'ente.
Raccolta di pareri espressi da questo Dipartimento nelle materie di propria competenza, in particolare in materia di Enti locali.
L'iscrizione del sindaco ad un gruppo potrebbe incidere sul corretto e bilanciato esercizio delle funzioni di governo dell'ente.
Un comune con popolazione inferiore a 15.000 abitanti se intende introdurre la figura del presidente del consiglio potrà adottare un'apposita modifica statutaria che sarà applicabile a decorrere dalla successiva tornata elettorale.
Un'ulteriore modalità d'individuazione dell'assessore che garantisca il principio della parità di genere potrà essere esperita nominando assessore un soggetto esterno al consiglio, qualora tale figura sia prevista nello statuto.
I componenti degli organi di revisione contabile non possono assumere incarichi o consulenze presso organismi o istituzioni comunque sottoposti al controllo o vigilanza dell'ente locale
La condizione di ex consigliere comporta la decadenza da ogni prerogativa prevista dall'art.43 del d.lgs. n.267/2000 ed in particolare dal diritto ad accedere a tutti gli atti in possesso dell'amministrazione. La richiesta è comunque ammissibile in quanto ascrivibile alle ipotesi disciplinate dall'art.5, c.1 e 2, del d.lgs. n.33/2013.
Conformemente all'art.2 legge n.191/2009, modificato dal d.l. n.2/2010, convertito in legge n.42/2010, nei comuni fino a 3000 abitanti è possibile al sindaco delegare le proprie funzioni a non più di due consiglieri in alternativa alla nomina degli assessori.
Atteso che la normativa del comune in esame non prevede la costituzione del gruppo misto monopersonale, sarà necessario, qualora se ne voglia prevedere la costituzione, procedere ad apportare le dovute modifiche.
Le sedute speciali dedicate alla trattazione di question time, interrogazioni e interpellanze possono essere istituite attraverso un'apposita modifica del regolamento del consiglio comunale purché sia comunque previsto il rispetto del quorum strutturale per la validità delle sedute.
Per i comuni con popolazione fino a 3.000 abitanti, fermo restando il numero massimo di due assessori, può essere nominato assessore esterno anche il consigliere eletto che abbia successivamente rinunciato o si sia dimesso.
Le disposizioni sulla parità di genere nelle giunte dei comuni con popolazione inferiore ai 3.000 abitanti non hanno un mero valore programmatico ma assumono carattere precettivo.
In mancanza di una specifica previsione regolamentare al riguardo, ogni valutazione sulla questione relativa al rimborso delle spese legali in assenza di un mancato accordo preventivo con l’ente sulla scelta del legale di fiducia, spetta esclusivamente all’autonomia decisionale ed alla responsabilità di ciascun ente locale
L’indennità di funzione non può essere corrisposta per la durata del periodo di sospensione dalla carica elettiva.
I consiglieri possono accedere agli atti del comune, se necessari all'esercizio della funzione e se non riguardino i provvedimenti formati dalla commissione di gara e fino alla chiusura del procedimento, tenendo presente il principio del ragionevole bilanciamento tra diritti fondamentali.
Gruppo misto monopersonale. Compete al consiglio comunale, nella sua autonomia, fornire un'interpretazione delle norme statutarie e regolamentari di cui si è dotato.
Non sussiste un diritto dei consiglieri comunali a partecipare alle Conferenze dei Servizi ex art.14 e seguenti della L.241/1990, in quanto prevista esclusivamente nei confronti dei soggetti direttamente interessati al provvedimento da emanare.
L'eventuale rideterminazione del compenso da parte di un ente locale, nell'alveo della propria autonomia decisionale, potrebbe trovare fondamento solo se sono mancati i presupposti della formalizzazione ed accettazione dell'importo inserito poi nella delibera di nomina.
All'organo di controllo può essere imputata una responsabilità sia per l'attività attiva che per quella omissiva - è prerogativa dell'ente locale decidere per l'eventuale revoca
In materia di commissioni consiliari, il Consiglio di Stato ha avuto modo di osservare come il rispetto del criterio proporzionale richiesto dal d.lgs. n.267/00 potrebbe essere garantito prevedendo l'istituto del voto plurimo in luogo del voto capitario.
Il termine previsto dall'art.227 del d.lgs. n.267/2000 - che richiede il deposito degli atti almeno venti giorni prima della riunione consiliare – risponde ad una specifica esigenza di corretta informazione dei consiglieri comunali in merito alle questioni soggette a deliberazione.
L'accesso agli atti del consigliere può essere chiesto se connesso all'attività di consigliere comunale. Qualora si riferiscano ad interessi privati del consigliere, possono essere richiesti secondo la legge n.241/1990 o il d.lgs. n.267/2000 e normativa sull'accesso civico generalizzato.
La regolamentazione del diritto di accesso dei consiglieri è da ritenersi legittima qualora sia coerente con le disposizioni delle norme vigenti e con i criteri interpretativi enucleati dai principi espressi dalla giurisprudenza amministrativa più recente.
La revoca del presidente del consiglio comunale, al pari dell'elezione, esprime una scelta amministrativa che deve rispettare le finalità normative di garantire la continuità e la correttezza del concreto espletamento della funzione di indirizzo politico-amministrativo dell'ente.
Il collocamento in aspettativa senza assegni non incide sullo status di dipendente della Provincia ai fini dell'applicazione dell'articolo 236 del testo unico
Qualora la norma regolamentare sulla validità delle sedute faccia solo riferimento alla presenza di un terzo dei consiglieri, il sindaco va comunque escluso in quanto il legislatore ha ben precisato tale principio nell'art.38 del TUOEL.