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Raccolta di pareri espressi da questo Dipartimento nelle materie di propria competenza, in particolare in materia di Enti locali.

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7 Marzo 2016
Territorio e autonomie locali

Gruppo misto monopersonale. Qualora il regolamento del consiglio comunale condizioni la possibilità di costituire il gruppo misto alla circostanza che lo stesso sia composto da almeno due consiglieri, va ricordato che, come osservato dal Consiglio di Stato con sentenza n. 3357 del 2010, una volta adottato il regolamento recante le norme sul funzionamento del consiglio comunale, queste ultime non possono essere disapplicate se non previo ritiro. Poiché la materia dei “gruppi consiliari” è interamente demandata alla competenza delle fonti di autonomia locale, in tale ambito potrà essere valutata l’opportunità di adottare apposite modifiche alla normativa in questione.

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7 Marzo 2016
Territorio e autonomie locali

Ostensibilità, da parte dell’amministrazione comunale, di documenti concernenti il rilascio di titoli abilitativi, studi di fattibilità, documenti del SUAP e dell’ufficio Edilizia Privata-Urbanistica richiesti dai consiglieri comunali ai sensi dell’art. 43, comma 2, del decreto legislativo n. 267/00. L’istanza di accesso ai documenti rientranti nell’elenco succitato non può essere riscontrata negativamente in ragione delle eventuali pretese risarcitorie dei soggetti privati coinvolti, eventualmente danneggiati dalla diffusione delle notizie in possesso della amministrazione.

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7 Marzo 2016
Territorio e autonomie locali

Quote di genere nella composizione della giunta. L’annullamento straordinario ex articolo 138 del decreto legislativo n. 267/000 trova la sua ragione d’essere nell’obbligo di assicurare il mantenimento dell’omogeneità di indirizzo politico e amministrativo nel quadro di unità e indivisibilità della Repubblica, di cui all’articolo 5 della Costituzione. Non appaiono sussistere i citati presupposti per l’applicazione dell’istituto in parola con riferimento alla mancata attuazione della vigente normativa in materia di parità di genere nella composizione della Giunta.

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19 Febbraio 2016
Territorio e autonomie locali

La disposizione regolamentare che assegna al sindaco-presidente del consiglio la facoltà di negare il diritto di parola ad un consigliere, qualora sullo stesso argomento si sia pronunciato il proprio capogruppo, non è legittima perché l’articolo 43 del decreto legislativo n. 267/00, riconoscendo il diritto di iniziativa dei consiglieri su ogni questione sottoposta alla deliberazione del consiglio, non limita la facoltà in parola alla sola presentazione delle proposte, ma intende, invece, garantire ad ogni singolo eletto il diritto di esprimere la propria personale posizione nell’ambito del consiglio, diritto non surrogabile da manifestazioni di volontà collettive imposte dal regolamento.

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18 Gennaio 2016
Territorio e autonomie locali

Nei comuni sono operanti commissioni obbligatorie (previste per legge come, ad esempio, la commissione elettorale comunale) e commissioni facoltative (come le cd. commissioni consiliari permanenti ex art. 38 del T.U.O.E.L. n. 267/00); in entrambi i casi, la rispettiva composizione ed il funzionamento si riconducono generalmente alla fonte normativa che le istituisce e, quindi, alle disposizioni di legge o di regolamento, ovvero agli statuti locali. Laddove si procede alla costituzione di organi collegiali con modalità ponderali, in assenza di disposizioni che stabiliscano maggioranze speciali o qualificate, il quorum funzionale deve essere generalmente individuato nella maggioranza (metà più uno) dei voti possibili.

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18 Gennaio 2016
Territorio e autonomie locali

Stemma comunale.
Lo stemma costituisce il segno distintivo del comune, l’elemento grafico rappresentativo della identità dell’ente e, pertanto, lo stesso è di proprietà del Comune.
Pur in assenza di specifica regolamentazione, l’uso dello stemma è consentito nei riguardi dei consiglieri, sia come singoli che come gruppi. Si ritiene che nell’utilizzo sia della carta intestata e sia di altro materiale non possa essere riportata la semplice denominazione del Comune, bensì, insieme allo stemma occorre indicare in maniera specifica “il gruppo consiliare” al fine di evitare possibili equivoci che riconducano erroneamente all’Ente nel suo complesso la paternità dell’iniziativa.

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8 Gennaio 2016
Territorio e autonomie locali

In seguito all’adesione di un nuovo comune a un’unione di comuni, costituita precedentemente alla riforma dettata dalla L. 56/2014, spetta solo al consiglio dell’unione medesima, e non anche ai consigli dei comuni ad essa associati, deliberare l’opportuna modifica del proprio statuto, ai sensi dell’art.32, comma quarto TUEL, introdotto dalla suddetta L. 56/2014.

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8 Gennaio 2016
Territorio e autonomie locali

L’errata comunicazione di “seduta chiusa al pubblico” effettuata all’albo pretorio on line, a fronte della corretta comunicazione di “seduta aperta al pubblico”, come riportata nell’avviso di convocazione consegnato ai consiglieri ed agli altri Organi non inficia i lavori del Consiglio. L’eventuale errata convocazione del consiglio comunale può essere riconosciuta come tale quando possa avere una effettiva efficacia preclusiva della piena capacità del Consigliere di esprimere il voto in seno al collegio di appartenenza. Chiunque abbia interesse può sempre accedere al verbale delle adunanze che, di norma, riporta il testo integrale delle dichiarazioni di voto, della parte dispositiva e della deliberazione.

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18 Dicembre 2015
Territorio e autonomie locali

Non sembra pertanto possibile derogare, al di fuori dell’ipotesi di cui al citato art. 38, al limite massimo annuale di 180 ore, non rinvenendosi, per il caso di specie un’apposita norma derogatoria. Si rammenta che il Comune dovrà avere cura di osservare il principio generale valevole per i pubblici dipendenti, secondo cui una stessa prestazione non può essere compensata con più forme remunerative.

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14 Dicembre 2015
Territorio e autonomie locali

Le disposizioni in vigore, pertanto, vietano il conferimento degli incarichi specificamente indicati nella predetta normativa a soggetti pubblici o privati collocati in pensione, eccezion fatta per quelli a titolo gratuito. La norma, essendo limitativa, deve essere oggetto di stretta interpretazione, così come rilevato dal Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione con circolari nn. 6/2014 e 4/2015, richiamate anche da codesto Commissario.

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10 Dicembre 2015
Territorio e autonomie locali

Referendum consultivi. Ai sensi dell’art. 8 del dlgs 267/2000, nello statuto possono essere previsti referendum su materie di esclusiva competenza locale. Alla luce delle pronunce del Consiglio di Stato, sez. IV, 29 luglio 2008, n. 3769 e del TAR Veneto, Venezia, sez. II, 21 marzo 2007, n. 807, “le consultazioni costituiscono strumento di partecipazione popolare all’elaborazione delle scelte amministrative, non strumento di verifica a posteriori da parte dei cittadini di scelte già definite con formali provvedimenti amministrativi (…). L’attività consultiva, per propria natura, deve precedere l’attività decisionale, non seguirla”.

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10 Dicembre 2015
Territorio e autonomie locali

Comuni con popolazione superiore ai 15000 abitanti. Delibera di consiglio comunale adottata con il voto espresso anche dal vice sindaco dell’ente.
Come noto, il Consiglio di Stato, con parere n. 94/96 del 21.2.1996, ha escluso che nel novero dei poteri vicari del vice sindaco rientri l’esercizio delle funzioni di componente del consiglio con diritto di voto. Al riguardo, appare utile richiamare quanto osservato dal Consiglio di Stato, V Sezione, con sentenza n. 1564 del 2005, con riferimento alla circostanza che la delibera adottata sopravviva alla cosiddetta “prova di resistenza”. Nella citata pronuncia si legge che una giusta composizione tra l'esigenza di reintegrare la legittimità violata nel corso delle operazioni di voto e quella di salvaguardare la volontà espressa dall'organo deliberante non consente di pronunciare l'annullamento degli atti impugnati e dei voti così espressi, se la loro illegittimità non influisca in concreto sull'esito della deliberazione. Circa il superamento della “prova di resistenza”, va soggiunto che la stessa sia del tutto irrilevante quando la controversia sia riferita alla violazione degli obblighi di astensione gravanti sugli amministratori locali ai sensi della vigente normativa in materia (cfr Consiglio di Stato sez. IV 20/12/2013 n. 6177).

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10 Dicembre 2015
Territorio e autonomie locali

Legge 56 del 2014 e le regioni a statuto Speciale. Ai sensi dell’art. 3 dello statuto speciale della Regione Sardegna, l’ordinamento degli enti locali rientra nella competenza della legislazione regionale. La disciplina prevista dalla legge n. 56/2014 in materia di città metropolitane è qualificata dall’art. 1, comma 5, della stessa legge come normativa recante principi di “grande riforma economica e sociale” ed, ai sensi del successivo comma 145, è disposto che la Regione Sardegna adegui il proprio ordinamento interno a tali principi entro dodici mesi dall’entrata in vigore della medesima legge. Per quanto riguarda il numero dei consiglieri, nelle more di un riordino complessivo della materia, occorre fare riferimento alla L.R. n. 4 del 2012, modificata dalla L.R. n. 7 del 2015.
Circa il quesito posto con riferimento alla possibilità di riutilizzare il simbolo della lista già utilizzato per le precedenti elezioni amministrative, non si ravvisano preclusioni al riguardo.

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2 Dicembre 2015
Territorio e autonomie locali

In assenza di una più specifica disciplina statutaria o regionale, il commissario preposto ex art.141 TUEL alla gestione di un’unione di comuni ne delibera anche lo scioglimento, nominando il liquidatore, in caso di recesso di tutti i comuni associati alla medesima unione.
Nella fattispecie, devono osservarsi le disposizioni dettate dal codice civile per le persone giuridiche private che, per giurisprudenza consolidata, sono applicabili anche alle persone giuridiche pubbliche, in assenza di disposizioni speciali.

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1 Dicembre 2015
Territorio e autonomie locali

Commissione antimafia comunale
Le Commissioni costituiscono forme di articolazione interna del consiglio, e si configurano come un contenuto facoltativo dello statuto dell’ente locale, demandando al regolamento la determinazione dei relativi poteri, l’organizzazione e le forme di pubblicità dei lavori. La commissione antimafia comunale per potere essere concretamente istituita deve trovare apposita previsione nello statuto comunale.

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24 Novembre 2015
Territorio e autonomie locali

Referendum. Il comma 3 dell’art. 8 del decreto legislativo n. 267/00 dispone che “possono” essere previsti referendum anche su richiesta di un adeguato numero di cittadini, che devono comunque riguardare materie di esclusiva competenza locale. Rispetto alla normativa previgente è stata ampliata la valenza dell’istituto del referendum popolare, attualmente configurabile non più solo come consultivo (unica tipologia prevista nell’originale formulazione della legge n. 142 del 1990 e volta a consentire la consultazione della popolazione su rilevanti questioni di interesse locale), ma anche come abrogativo (di provvedimenti a carattere generale degli organi istituzionali e burocratici dell’ente), propositivo (per approvare proposte di atti avanzate dalla stessa amministrazione o da altri soggetti), confermativo, di indirizzo e oppositivo-sospensivo.

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24 Novembre 2015
Territorio e autonomie locali

Ordine di trattazione degli argomenti sottoposti all’esame del consiglio comunale. Qualora il regolamento sul funzionamento del consiglio comunale preveda che la trattazione degli atti di sindacato ispettivo debba avvenire all’inizio di seduta, sarebbe corretto il diniego opposto dal presidente del consiglio alla richiesta, formulata da un gruppo consiliare, di voler posporre la trattazione delle interrogazioni.

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24 Novembre 2015
Territorio e autonomie locali

Gruppi consiliari. Ipotesi di diffida operata dai presentatori di una lista civica nei confronti di due dei consiglieri eletti nell’ambito della medesima lista, ad utilizzare le corrispondenti prerogative. Il T.A.R. per il Lazio con sentenza n. 16240/2004 ha precisato che i gruppi consiliari rappresentano, per un verso, la proiezione dei partiti all’interno delle assemblee, e, per altro verso, costituiscono parte dell’ordinamento assembleare, in quanto articolazioni interne di un organo istituzionale.
Il rapporto tra il candidato eletto ed il partito di appartenenza “…non esercita influenza giuridicamente rilevabile, attesa la mancanza di rapporto di mandato e la assoluta autonomia politica dei rappresentanti del consiglio comunale e degli organi collegiali in generale rispetto alla lista o partito che li ha candidati.” (Tar Puglia, sez. di Bari sentenza n. 506/ 2005).
Con la stessa sentenza il TAR Puglia ha affermato che nel nostro sistema legislativo la “lista” è lo strumento a disposizione dei cittadini per presentare all’elettorato i propri candidati ed esaurisce la sua funzione giuridica al momento delle elezioni che si concludono con la proclamazione degli eletti, atto anteriore e del tutto autonomo rispetto alla convalida.
Ne consegue che all’interno del consiglio i gruppi non sono configurabili quali organi dei partiti e, pertanto, non sembra sussistere in capo a questi ultimi una potestà direttamente vincolante sia per un membro del gruppo di riferimento, sia per gli organi assembleari dell’ente.

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24 Novembre 2015
Territorio e autonomie locali

Validità delle sedute del consiglio comunale in seconda convocazione. L’art. 38, comma 2, del decreto legislativo n. 267/00 demanda al regolamento comunale, “..nel quadro dei principi stabiliti dallo statuto”, la determinazione del “numero dei consiglieri necessario per la validità delle sedute”, con il limite che detto numero non può, in ogni caso, scendere sotto la soglia del “terzo dei consiglieri assegnati per legge all’ente, senza computare a tale fine il sindaco e il presidente della provincia”. Qualora il regolamento in questione preveda un quorum non conforme alla disciplina surrichiamata, appare utile richiamare le osservazioni formulate dal Consiglio di Stato con sentenza n. 3357 del 2010, in base alle quali, una volta adottato il regolamento recante le norme sul funzionamento del consiglio comunale, queste ultime, ancorché illegittime, non possono essere disapplicate se non previo ritiro.

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24 Novembre 2015
Territorio e autonomie locali

Nomina vicesindaco. L’art. 46 del decreto legislativo n. 267/00, al comma 2 prevede che il sindaco nomina i componenti della Giunta, tra cui un vicesindaco e ne dà comunicazione al consiglio nella prima seduta successiva all’elezione. La nomina del vice sindaco, anche secondo quanto indicato nella circolare ministeriale n. 2379 del 16.02.2012, è indispensabile per l’esercizio delle indefettibili funzioni sostitutive del sindaco impedito o assente.