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Raccolta di pareri espressi da questo Dipartimento nelle materie di propria competenza, in particolare in materia di Enti locali.

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24 Novembre 2015
Territorio e autonomie locali

Normativa da applicare in ordine alla definizione del quorum strutturale stabilito per la validità delle sedute del consiglio comunale, in caso di contrasto tra previsione statutaria e regolamentare. Seguendo la gerarchia delle fonti, conformemente anche all’articolo 7 del citato T.U.O.E.L., che disciplina l’adozione dei regolamenti comunali “nel rispetto dei principi fissati dalla legge e dallo statuto” (cfr. sentenza T.A.R. Lombardia, Brescia, n. 2625 del 28 dicembre 2009, T.A.R. Lazio, n. 497 del 2011) la citata disposizione regolamentare dovrebbe essere disapplicata, prevalendo la norma statutaria.

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20 Novembre 2015
Territorio e autonomie locali

Per i dipendenti con rapporto di lavoro part-time, si osserva che non ricorre l’ipotesi di cui alla citata normativa, in quanto per gli stessi esiste già la possibilità di svolgere un’altra attività lavorativa subordinata o autonoma, purché la prestazione lavorativa non sia superiore al 50% di quella a tempo pieno. In merito all’ulteriore questione si fa presente che secondo l’orientamento della giurisprudenza contabile, poichè la formula organizzativa introdotta dal citato art. 1 comma 557, legge n. 311/2004 è assimilabile al comando, non risulta necessaria la sottoscrizione di un nuovo contratto di lavoro, essendo sufficiente un atto di consenso dell’amministra-zione di provenienza (sez. regionale Lombardia n. 3 del 22.1.2009).

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19 Novembre 2015
Territorio e autonomie locali

L’operatore di polizia municipale dipendente da un Comune può svolgere le proprie funzioni anche nei territori degli altri comuni associati al primo, per l’esercizio in convenzione della funzione di polizia locale, se il medesimo operatore risulta comandato in servizio in quei territori comunali, in virtù della suddetta convenzione ex art.30 TUEL e del regolamento di servizio, previsto dall’art.4 L.65/1986, fatta salva la diversa legislazione regionale in materia.

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2 Novembre 2015
Territorio e autonomie locali

In seguito alla delibera del consiglio di un’unione di comuni, con la quale si è disposto lo scioglimento volontario dell’ente, che nel frattempo, tuttavia, non ha rispettato i termini previsti per l’approvazione del rendiconto di gestione (art.227 TUEL) e del bilancio (art.141, primo comma lett. C TUEL), spetta al medesimo consiglio dell’unione nominare, come previsto dallo statuto, il liquidatore dell’ente. A quest’ultima incombenza potrà provvedere, in caso di necessità, anche il commissario eventualmente nominato dal Ministro dell’Interno, ai sensi degli artt. 2 e 141, ultimo comma TUEL.

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19 Ottobre 2015
Territorio e autonomie locali

Non ricorrono i presupposti per l’applicazione dell’art. 141, comma 1, lett. b) n. 4 del T.U.O.E.L. qualora il consiglio possa essere ricostituito attraverso la surroga del consigliere dimessosi, attribuendo il seggio al candidato che, nella medesima lista, segue immediatamente l’ultimo eletto. Si soggiunge, inoltre, che la surroga del consigliere dimissionario si configura quale attività vincolata e non facoltativa.

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19 Ottobre 2015
Territorio e autonomie locali

Gruppi consiliari. L’articolo 73 del decreto legislativo n. 267/00 che disciplina l’elezione del consiglio nei comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti, al comma 11, prevede, dopo il riparto dei seggi tra le varie liste, che il primo seggio venga assegnato al candidato sindaco non eletto, e, in caso di collegamento tra più liste, tale seggio si detrae dai seggi complessivamente attribuiti al gruppo di liste collegate.
In proposito, occorre osservare, così come sostenuto dal C.d.S. con sentenza della V Sezione, 12 dicembre 2003, n. 8208, che la normativa sopra citata “impone palesemente di dedurre in via prioritaria il seggio controverso da quelli riservati alla coalizione di riferimento, e non da quelli spettanti alla lista che lo ha presentato, e di procedere, poi all’assegnazione di quelli rimasti mediante l’individuazione dei quozienti più alti conseguiti dai candidati dalle liste collegate”.
Il predetto principio è confermato da giurisprudenza più recente (v. T.A.R. Campania – Sez. I, n. 2124/2013 del 22 aprile 2013) la quale ha affermato che l’interessato “è stato proclamato eletto non già quale candidato al consiglio comunale (di una lista) ma quale candidato sindaco uscito sconfitto dalla competizione, del più vasto schieramento composto da quattro liste... in conformità al già citato art. 73, comma 11”.
Il candidato sindaco non eletto fa parte, quindi, del consiglio non come esponente di una lista, ma in qualità di maggior rappresentante della coalizione nella sua interezza.
Nel caso di specie, il primo seggio attribuito al complesso di liste collegate, compete, pertanto, al candidato sindaco non eletto. Tuttavia, qualora il regolamento consenta la costituzione dei gruppi unipersonali esclusivamente nei riguardi delle liste che hanno avuto eletto un consigliere (art. 15, comma 2), si ritiene che il candidato sindaco non eletto possa costituire tale gruppo unipersonale solo se il seggio ad esso assegnato in base al meccanismo della prededuzione sia stato ceduto da una delle liste della coalizione che attualmente non esprime alcun consigliere.
La possibilità per il sindaco non eletto di costituirsi capogruppo anche delle liste che non hanno ricevuto rappresentanza elettiva, già facenti parte delle liste allo stesso collegate, è subordinata, in presenza dei relativi presupposti, alle eventuali disposizioni regolamentari che consentano di modificare la denominazione del gruppo già costituito.

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16 Ottobre 2015
Territorio e autonomie locali

Richiesta convocazione da parte di un quinto dei consiglieri ai sensi dell’art. 39, comma 2, del dlgs 267/2000. La giurisprudenza prevalente in materia ha da tempo affermato che, in caso di richiesta di convocazione del consiglio da parte di un quinto dei consiglieri, “al presidente del consiglio comunale spetta soltanto la verifica formale che la richiesta provenga dal prescritto numero di soggetti legittimati, mentre non può sindacarne l'oggetto, poiché spetta allo stesso consiglio nella sua totalità la verifica circa la legalità della convocazione e l'ammissibilità delle questioni da trattare, salvo che non si tratti di oggetto che, in quanto illecito, impossibile o per legge manifestamente estraneo alle competenze dell'assemblea, in nessun caso potrebbe essere posto all'ordine del giorno” (v. in particolare, T.A.R. Piemonte, Sez. II, 24 aprile 1996, n. 268). Alla luce del richiamato orientamento giurisprudenziale, emerge che le uniche ipotesi per le quali l’organo che presiede il consiglio comunale può omettere la convocazione dell’assemblea sono la carenza del prescritto numero di consiglieri oppure la verificata illiceità, impossibilità o manifesta estraneità dell’oggetto alle competenze del Consiglio. Nello stabilire se una determinata questione sia o meno di competenza del Consiglio comunale occorre aver riguardo non solo agli atti fondamentali espressamente elencati dal comma 2 dell’art. 42 del citato testo unico, ma anche alle funzioni di indirizzo e di controllo politico-ammministrativo di cui al comma 1 del medesimo art. 42, con la possibilità, quindi, che la trattazione da parte del collegio non debba necessariamente sfociare nell’adozione di un provvedimento finale.

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16 Ottobre 2015
Territorio e autonomie locali

Deleghe sindacali ai consiglieri. Nell'ambito dell'autonomia statutaria dell'ente locale, sancita dall'art. 6 del decreto legislativo n. 267/00, è ammissibile la disciplina di deleghe interorganiche, purché il contenuto delle stesse sia coerente con la funzione istituzionale dell'organo cui si riferisce.

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25 Settembre 2015
Territorio e autonomie locali

Il capo di accusa, inerente il reato di abuso di ufficio, indurrebbe già di per se ad ipotizzare un eventuale conflitto di interessi. Inoltre, dall’esame del carteggio qui trasmesso risulta che, se anche il delitto di abuso d’ufficio era infondato per carenza dell’elemento soggettivo doloso, “la condotta dei vigili non fu corretta”. Conseguentemente, si è del parere che, nel caso di specie, non sembra totalmente esclusa la responsabilità del dipendente.

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22 Settembre 2015
Territorio e autonomie locali

Il Comune potrà ricorrere, qualora vi siano le condizioni, alla normativa di cui all’art. 9, comma 28, del Dl 78/2010, come modificato dall’art. 11, comma 4 bis, del Dl 90/2014.

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17 Settembre 2015
Territorio e autonomie locali

Uso dello stemma comunale. Lo stemma comunale è attualmente disciplinato dall’art. 6, comma 2, del T.U.O.E.L. n. 267/00, che demanda all’autonomia dell’ente e, quindi, allo statuto, la sua determinazione, con l’eventuale previsione di una specifica disciplina regolamentare per le modalità di utilizzazione dello stesso. In assenza di specifica regolamentazione, si ritiene che l’uso dello stemma sia comunque da considerare compatibile sia da parte dei consiglieri singolarmente sia dai gruppi, in considerazione del fatto che ciascuno costituisce una parte istituzionale dell’ente locale del quale lo stemma rappresenta un elemento unitario di identificazione. Il suo utilizzo dovrebbe, quindi, essere limitato all’esercizio del munus istituzionale di cui il gruppo è investito ed a tal fine sarebbe opportuno che sulla carta intestata fosse prevista, insieme allo stemma comunale, la contemporanea presenza della denominazione del gruppo o del nominativo del consigliere, nonché del simbolo del gruppo con la specifica indicazione “gruppo consiliare”.

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17 Settembre 2015
Territorio e autonomie locali

registrazioni foniche da parte del consigliere. Considerato, inoltre, che la normativa tende ormai ad evolvere verso la più totale trasparenza della pubblica amministrazione (decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33), l’ammissione alla registrazione anche da parte dei singoli consiglieri potrebbe essere regolata, caso per caso, dal presidente del consiglio proprio nell’esercizio dei poteri di direzione dei lavori dell’assemblea previsti dall’art. 39 del d. lgs. n. 267/2000, in stretta correlazione alle esigenze di ordinato svolgimento dell’attività consiliare. Tuttavia, tale possibilità è sempre subordinata all’adozione di apposita disciplina regolamentare in virtù anche dell’assunto di cui alla decisione del TAR Veneto n. 826/2010, che ha negato la possibilità di assensi estemporanei da parte del Presidente del Consiglio.

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4 Agosto 2015
Territorio e autonomie locali

Applicabilità disposizione statutaria in assenza di apposita disciplina regolamentare. nell’ipotesi di silenzio del regolamento sul funzionamento del consiglio comunale, la normativa statutaria puo’ trovare applicazione, ove la stessa sia sufficientemente dettagliata e, pertanto, suscettibile di immediata attuazione.

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4 Agosto 2015
Territorio e autonomie locali

L’articolo 52 del dlgs n. 267 /2000 disciplina la procedura per la presentazione della “mozione di sfiducia” nei confronti del sindaco. In ordine al criterio da seguire nel caso in cui il computo dei due quinti dei consiglieri assegnati necessario per la sottoscrizione della mozione di sfiducia assommi ad una cifra decimale, si ritiene che, in mancanza di apposite prescrizioni statutarie o regolamentari, sia legittimamente applicabile il criterio dell’arrotondamento aritmetico, in quanto richiamato espressamente, a vario titolo, in più disposizioni del richiamato decreto legislativo n. 267/00 (cfr. artt. 47, c. 1; 71, co. 8; 73, co.1; 75, co. 8).

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4 Agosto 2015
Territorio e autonomie locali

Mutamento di denominazione di una lista nel corso del mandato elettorale.

Di norma, la modifica della denominazione dei gruppi consiliari - in assenza di una specifica disposizione statutaria o regolamentare, che assimili tale modifica alla costituzione di un nuovo gruppo consiliare subordinata alle eventuali regole individuate dalle stesse norme - rientra nelle scelte proprie delle formazioni politiche presenti nel consiglio.

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22 Luglio 2015
Territorio e autonomie locali

Nelle unioni di comuni, con popolazione superiore a 15.000 abitanti, il Presidente della Giunta dell’unione non può rivestire anche la carica di Presidente del Consiglio dell’unione.
Il lavoro e le funzioni svolte dai consiglieri, in seno al Consiglio dell’unione, possono essere coordinate e/o presiedute solo da un soggetto con uguale qualifica.
Le commissioni o gruppi di lavoro “misti”, che lo statuto dell’unione può eventualmente istituire tra consiglieri dell’unione e soggetti ad essa esterni, non possono confondersi con le commissioni consiliari, avendo diversa natura giuridica.
La pubblicazione telematica, prevista dall’art.32 L.69/2009 in sostituzione di quella cartacea all’albo pretorio (art.124 TUEL), è applicabile anche agli atti dell’unione di comuni.

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8 Luglio 2015
Territorio e autonomie locali

Convocazione del consiglio comunale per iniziativa di un quinto dei consiglieri.
La giurisprudenza in materia si è da tempo espressa affermando che, in caso di richiesta di convocazione del consiglio da parte di un quinto dei consiglieri, “ … al presidente del consiglio comunale spetta soltanto la verifica formale che la richiesta provenga dal prescritto numero di soggetti legittimati, mentre non può sindacarne l’oggetto, poiché spetta allo stesso consiglio nella sua totalità la verifica circa la legalità della convocazione e l’ammissibilità delle questioni da trattare, salvo che non si tratti di oggetto che, in quanto illecito, impossibile o per legge manifestamente estraneo alle competenze dell’assemblea in nessun caso potrebbe essere posto all’ordine del giorno” (T.A.R. Piemonte, Sez. II, 24 aprile 1996, n.268).

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8 Luglio 2015
Territorio e autonomie locali

le commissioni consiliari previste dall’articolo 38, comma 6 del decreto legislativo n. 267/00, una volta istituite sulla base di una facoltativa previsione statutaria, sono disciplinate dal regolamento comunale con l’unico limite, posto dal legislatore, riguardante il rispetto del criterio proporzionale nella composizione.
Ciò significa che le forze politiche presenti in consiglio debbano essere il più possibile rispecchiate anche nelle commissioni, in modo che in ciascuna di esse sia riprodotto il loro peso numerico e di voto.

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1 Luglio 2015
Territorio e autonomie locali

Il primo quesito rappresenta che l’art. 17 del CCNL del 6.7.1995 nel disciplinare l’orario di lavoro prevede che lo stesso è di 36 ore settimanali. Il secondo quesito rappresenta che la materia è di competenza del Dipartimento della Funzione Pubblica. Il terzo quesito evidenzia che l’istituto delle ferie è disciplinato dall’art. 18 del richiamato CCNL 6.7.1995. Il quarto e quinto quesito rappresentano, in via generale, che l’art. 4 del Dlgs 368/2001 prevede che il contratto a tempo determinato abbia una durata, comprensiva di rinnovi e proroghe, di 36 mesi. L’ultimo quesito posto, rappresenta in via generale che la spesa sostenuta per l’eventuale assunzione di personale appartenente alle categorie protette non rientra tra le componenti da considerare per la determinazione della spesa di personale ai sensi dell’art. 1 comma 557 della legge 296/2006, come indicato nella sezione quinta, punto 6.3, della deliberazione della Corte dei Conti n. 11/2014.

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1 Luglio 2015
Territorio e autonomie locali

Questo Ministero non può concedere deroghe a disposizioni, quale quella in esame, che prevedono il divieto assoluto di assunzione. Unica deroga è quella introdotta dall’art. 4 del D.L. 78/2015 che, al solo fine di consentire la ricollocazione del personale in soprannumero delle Province. Per completezza di informazione si soggiunge che l’art. 5 del citato Dl 78/2015, concernente misure in materia di polizia provinciale, prevede che fino al completo assorbimento del personale di polizia provinciale è fatto divieto agli enti locali, a pena di nullità delle relative assunzioni, reclutare personale con qualsivoglia tipologia contrattuale per lo svolgimento di funzioni di polizia locale.