Mutamento compagine di governo dell’ente rispetto al risultato scaturito dalle elezioni amministrative.

Territorio e autonomie locali
8 Aprile 2014
Categoria 
05.03.02 Nomina e revoca assessori
Sintesi/Massima 

“Larghe intese” locali. Mutamento compagine di governo dell’ente rispetto al risultato scaturito dalle elezioni amministrative.
Il principio generale del divieto di mandato imperativo sancito dall’articolo 67 della Costituzione, pacificamente applicabile ad ogni assemblea elettiva, assicura ad ogni consigliere l’esercizio del mandato ricevuto dagli elettori - pur conservando verso gli stessi la responsabilità politica - con assoluta libertà, ivi compresa quella di far venir meno l’appartenenza dell’eletto alla lista o alla coalizione di originaria appartenenza.

Testo 

Si fa riferimento alla nota allegata in copia con la quale un cittadino residente nel Comune di . ha chiesto un parere circa la legittimità della situazione politico-amministrativa verificatasi in seno all'amministrazione locale.

In particolare l'esponente, rappresenta che si sarebbe delineato, nell'ambito delle dinamiche politiche dell'ente locale, un mutamento della compagine politica di maggioranza tale da indurre il sindaco a modificare la propria giunta ed a cooptare, nell'organo esecutivo, anche assessori appartenenti a forze politiche di opposizione.

Dall'esame del testo della deliberazione di Consiglio comunale n.., anch'essa allegata, si evince che, ad un anno circa dall'insediamento della amministrazione, a fronte della eventualità di una crisi del rapporto fiduciario tra il Sindaco e la propria maggioranza, alcuni esponenti della originaria opposizione avrebbero accettato di sostenere il capo dell'esecutivo, al fine di scongiurare la fine anticipata della consiliatura ed il conseguente commissariamento dell'ente.

La situazione prospettata si inquadra nell'ambito dei possibili mutamenti che possono sopravvenire all'interno delle forze politiche presenti in consiglio comunale per effetto del passaggio dei consiglieri dalla maggioranza alla minoranza e viceversa.
Il principio generale del divieto di mandato imperativo sancito dall'articolo 67 della Costituzione, pacificamente applicabile ad ogni assemblea elettiva, assicura ad ogni consigliere l'esercizio del mandato ricevuto dagli elettori - pur conservando verso gli stessi la responsabilità politica - con assoluta libertà, ivi compresa quella di far venir meno l'appartenenza dell'eletto alla lista o alla coalizione di originaria appartenenza. (cfr. Tar, Trentino Alto Adige, Trento n. 75/2009).
Dalle considerazioni che precedono, emerge pertanto che, non siano ravvisabili i profili di illegittimità paventati dall'esponente.
Ancor più se si consideri che il ricorso alla formula delle 'larghe intese' locali, si è determinato proprio al fine di scongiurare la realizzazione di quegli eventi, (dimissioni del sindaco, approvazione di mozione di sfiducia, dimissioni ultra dimidium dei consiglieri) che avrebbero costituito il presupposto giuridico per lo scioglimento anticipato del consiglio comunale .
Su quanto precede si prega di fare analoga comunicazione all'esponente.