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ABSTRACT
L’obiettivo del saggio è costituito, in prima battuta, dall’analisi dello stock dei residui passivi dei comuni, disaggregando tali informazioni anche per zona geografica e dimensione demografica e, successivamente, dagli effetti prodotti sugli stessi, nell’arco temporale considerato, dall’introduzione di due recenti politiche pubbliche, delle quali la prima finalizzata alla riduzione dei tempi di pagamento dei debiti commerciali della PA (nella fattispecie dei comuni), la seconda, all’attuazione del processo di riforma degli ordinamenti contabili pubblici, di cui al decreto legislativo n. 118/2011 e successive modifiche ed integrazioni.
Relativamente a tale ultima innovazione si è cercato di fornire elementi, sulla base dei dati al momento disponibili, in ordine agli effetti di “sterilizzazione” dei residui passivi prodotti dall’operazione di riaccertamento straordinario, presupposto e adempimento preliminare della riforma sull’armonizzazione contabile degli enti locali, ma anche di quelli conseguenti all’introduzione dell’insieme delle nuove regole di gestione costituenti il cardine della riforma.
La fonte dati è costituita dai certificati di conto consuntivo dei comuni relativi agli anni 2011-2015, pervenuti al Ministero dell’interno, con esclusione dei comuni appartenenti alle regioni a statuto speciale Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige (pari a 6.607 su un totale complessivo di oltre 7.400 enti), enti che hanno prodotto i predetti certificati per tutti gli anni ricompresi nell’arco temporale considerato.
Per l’analisi relativa al pagamento dei debiti pregressi dei comuni la base dati è costituita dalle informazioni fornite dalla cassa Depositi e Prestiti ed elaborati dal Ministero dell’interno.