Mozioni
Il membro del consiglio ha il diritto di presentare "interrogazioni e mozioni" (art.43, c.1). Convenendo sulla configurazione della mozione quale "istituto a contenuto non specificato", volto a consentire alla minoranza l'espletamento del proprio ruolo "per situazioni non predefinibili", ne discende che è illegittima la limitazione dell'istituto ai soli argomenti di competenza del consiglio. Ciò in quanto, dovendo il consiglio nella sua interezza partecipare all'attuazione delle linee programmatiche del comune (e, dunque, di ciascun organo di esso), ad ogni singolo consigliere deve essere consentita la facoltà di indirizzare fattivamente l'operato dell'ente, nelle sue diverse articolazioni. In tale direzione opera l'istituto della mozione, che (a differenza dell'interpellanza o dell'interrogazione, con lo scopo di sollecitare una determinata attività o di ottenere una risposta) costituisce lo strumento primario affinché il ruolo dell'eletto possa svolgersi con compiutezza, potendo sortire l'effetto di indurre gli organi del comune ad orientare la propria attività in un determinato senso. In tale ottica, la mozione conduce all'espressione finale di un voto con cui, attraverso il dibattito, si soddisfa l'elemento della dialettica democratica tra le componenti dell'organo ed i singoli membri per pervenire quindi alla maturazione della volontà dell'intero consiglio, volta ad individuare una soluzione condivisa ovvero per raccogliere la maggioranza dei consensi.