L'art.7 L. n.241/1990 va interpretato nel senso che le ragioni di impedimento derivanti dalla particolare celerità del procedimento devono sussistere in concreto e devono essere rappresentate nel provvedimento o comunque desumibili dalle motivazioni e dalla tipologia di intervento specificamente ordinato (come in Cons. Stato, V, n.5308/2014, cit.). Pertanto, si è negato che fosse caratterizzata da urgenza qualificata, atta a consentire la deroga alle garanzie partecipative, l'ordinanza adottata all'esito di una procedura in concreto articolata in più fasi o in più atti istruttori (cfr. Cons. Stato, V, n.580/2001 cit.). Le situazioni legittimanti la deroga in concreto vanno esternate in motivazione dell'ordinanza per dimostrare che, nel caso concreto, la comunicazione potrebbe compromettere il soddisfacimento dell'interesse pubblico cui il provvedimento è rivolto, senza arrestarsi a generiche affermazioni di urgenza di provvedere, non supportate da elementi concreti che dimostrino l'esigenza di celerità. A quanto sopra consegue che la sussistenza di gravi pericoli che minacciano l'incolumità pubblica e la sicurezza urbana da prevenire o da eliminare mediante ordinanza ai sensi dell'art.54, comma 4, T.U.E.L. (risultante a seguito della modifica introdotta dall'art.6 del d.l. 23 maggio 2008, n.92, convertito dalla legge 24 luglio 2008, n.125) è un presupposto per l'emanazione del provvedimento: ma non è sufficiente, da sola, ad esentare il sindaco dall'osservanza delle garanzie partecipative, qualora i pericoli non siano in atto o non siano tali da non tollerare il preventivo contraddittorio con gli interessati.
Consiglio di Stato, sez.V - Sentenza del 14 novembre 2017, n.5239
Territorio e autonomie locali
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03 Organi›03.01 Sindaco e presidente della Provincia (Competenze ex art.50 TUEL e attribuzioni ex art.54 TUEL)›03.01.01 Ordinanze sindacali contingibili ed urgenti ex artt.50 e 54 T.U.E.L..
Principi enucleati dalla pronuncia