TAR Campania-Napoli, Sez I, 22 gennaio 2015, n.389

Territorio e autonomie locali
22 Gennaio 2015
Categoria 
13 Attività contrattuali della P.A.13.05 Provvedimenti interdittivi antimafia
Principi enucleati dalla pronuncia 

- Si può ravvisare l’emergenza di tentativi di infiltrazione mafiosa in fatti in sé e per sé privi dell’assoluta certezza – quali una condanna non irrevocabile, l’irrogazione di misure cautelari, il coinvolgimento in un’indagine penale, collegamenti parentali, cointeressenze societarie e/o frequentazioni con soggetti malavitosi, dichiarazioni di pentiti – ma che, nel loro insieme, siano tali da fondare un giudizio di possibilità che l’attività d’impresa possa, anche in maniera indiretta, agevolare le attività criminali o esserne in qualche modo condizionata per la presenza, nei centri decisionali, di soggetti legati ad organizzazioni mafiose.
- Assumono valore pregnante, come fattori di controindicazione, ad esempio la sottoposizione del socio gestore di fatto ad un’indagine penale per un reato strumentale alle attività delle organizzazioni criminali, come il traffico illecito di rifiuti (reato, peraltro, la cui pericolosità è tipizzata dallo stesso art. 84, comma 4, lett. a), del d.lgs. n. 159/2011), e l’emersione, evidenziata in un decreto di perquisizione intervenuto in un’indagine, di stretti collegamenti di soggetti e  della società destinatari del provvedimento interdittivo con ambienti camorristici.